UN’OPPORTUNITÀ CHE PERÒ È ALTAMENTE OSTEGGIATA DAGLI ALTI BUROCRATI MINISTERIALI.
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Firmato il contratto dei dipendenti pubblici. Contratto triennale 2016 – 2017 – 2018. Il prossimo contratto che non è proprio tanto lontano, parte dal 2019, per finire al 2021. Fin da oggi si dovrebbero piantare i paletti per il futuro contratto. Quindi che il prossimo non sarà tra dieci anni.
Finalmente il contratto dei dipendenti pubblici. Vorrei sapere se per i dipendenti del MIBACT, ci sono risorse in più per la nostra indennità da fame, visto che siamo stati inseriti come servizi essenziali al pubblico. Buona giornata a tutti. Un saluto al segretario Giuseppe Urbino. Ciao Giuseppe.
Gentile dott. Urbino,
riguardo alle procedure di mobilità evidenzio la disparità, peraltro nota, nel confronto dei dipendenti che coprono il solo posto previsto in organico .
Questi non potranno mai, con questi criteri, ottenere la mobilità in tutta la loro carriera.
Trattandosi di procedure di mobilità (e non di permanenza), suggerisco che venga valutata anche la copertura del 50% o 70% anche degli Istituti di destinazione e che tale valore venga confrontato con quello degli Istituti di provenienza, facendo in questo caso prevalere l’Istituto maggiormente carente. In caso di valori uguali tra i due Istituti potrebbe essere il Segretariato a valutare, e nel caso di dipendenti del Segretariato, potrebbero accordarsi le DG di provenienza e destinazione. Oppure potrebbe essere preferita la mobilità alla permanenza…
Grazie per l’attenzione
L.M.
Salve collega L.M., come è noto i principi che presiedono le procedure di mobilità vengono discussi al tavolo di contrattazione nazionale e quasi sempre scaturiscono in un accordo che ovviamente deve trovare l’equilibrio tra l’interesse dell’Amministrazione e le tutele dei dipendenti che attraverso le OO.SS. li rappresentano.
Certe ristrettezze dei criteri, per quanto si cerca di renderli più malleabili, purtroppo, non corrispondono con le esigenze dell’Amministrazione che appunto permane a voler mantenere ferma la posizione, si pensi che negli accordi precedenti la copertura era ben oltre quella fissata nell’ultimo accordo e che solo con una solerte opera di mediazione si è riusciti ad ottenere.
Ad ogni modo condividiamo il suggerimento e cercheremo di portare tale tale proposta alla valutazione sia in sede tecnica che al tavolo di contrattazione nazionale.
Grati per il contributo, l’occasione ci è gradita per inviare i nostri migliori saluti.
CONFSAL-UNSA BENI CULTURALI
Al fine di contribuire in merito alla mobilità pubblico, con la speranza che ciò possa dare un ulteriore contributo al dibattito, la richiesta effettuata al Direttore Generale Organizzazione e al Prof. Alessandro Benzia Dirigente Ufficio di Gabinetto del Ministro.
LA MOBILITA’ VOLONTARIA ALL’INTERNO DEL MIBACT
Questo tema è stato molto dibattuto e le due procedure prima urbana e poi extraurbana appena concluse
hanno dato modo a molti dipendenti di trasferirsi nelle sedi opportune per varie esigenze.
Possiamo ben dire che quindi la prima mobilità volontaria ha soddisfatto quasi tutti i partecipanti secondo una graduatoria basata su una tabella che ne attribuiva il relativo punteggio.
Alcune considerazioni, però, hanno rilevato alcuni aspetti della stessa procedura sui quali vogliamo porre l’attenzione e che per i quali sarebbe necessario che l’Amministrazione dovrà sicuramente apportare dei correttivi per mettere le cose al suo posto ed evitare eventuali contenziosi.
A nostro avviso credo sia opportuno che sia indispensabile effettuare, intanto, una richiesta ben specifica all’amministrazione al fine di ottenere una tabella, suddivisa per regione e per ciascun singolo specifico Istituto, in cui i termini numerici indichino con esattezza le unità di personale presente a tutt’oggi, distinte per profilo ed area.
Attraverso questa tabella potremmo conoscere, quindi, con esattezza la rappresentazione delle effettive e reali dotazioni organiche utile per la comparazione con quella relativa ai fabbisogni del MIBACT che ci fu consegnata insieme al DM. N. 44 del 23 gennaio 2016.
Dalla comparazione delle due tabelle ci si renderà subito conto di essere dinanzi ad un nuovo scenario determinato e creato dalla procedura della mobilità volontaria urbana ed extraurbana appena conclusa .
Tale scenario ci permetterà di comprendere i nuovi esuberi e le nuove carenze nei vari posti ed Istituti culturali diversi rispetto alla situazione precedente.
Non solo, ma sarebbe ulteriormente logico e razionale oltre che trasparente che nella tabella fornita venissero indicati anche i numeri delle unità distaccate a vario titolo, sempre per meglio conoscere la reale distribuzione organica del nostro ministero, in modo da evitare una errata rappresentazione dei totali delle unità di ciascun Istituto per non averle distinte nelle varie sedi di assegnazione tra quelle di appartenenza e legali e quelle in distacco a vario titolo.
In buona sostanza sarebbe utile quanto indispensabile che le OO.SS. e di conseguenza e specificatamente anche i rappresentanti incaricati da queste a partecipare ai tavoli tecnici prossimi, possano avere in mano, prima dei lavori, un quadro chiaro sugli organici reali rappresentati nel dettaglio con le opportune distinzioni come sopra descritto.
Per rendere meglio comprensibile l’argomentare, voglio citare, ad esempio, lo stesso posto dove lavoro, ossia l’Archivio Centrale dello Stato.
Prima della mobilità:
Dotazione organica vigilanza reale = 17
Dotazione organica vigilanza da fabbisogno = 26
Carenza = – 9
Dopo la mobilità:
Dotazione organica vigilanza reale = 24 (in quanto 7 unità sono transitate per effetto della mobilità)
Dotazione organica vigilanza da fabbisogno = 26
Carenza = – 2
Quindi con il processo di mobilità solo 7 unità delle 9 mancanti sono transitate, ma se non si specifica bene che in organico, sempre della vigilanza, risultano nell’ACS anche altre 3 unità in distacco, si potrebbe erroneamente considerare un totale di unità della vigilanza per un totale di 27 unità, sommando proprio queste 3 alle 24 ottenendone appunto 27.
Alla fine se non si distinguono le unità in assegnazione reale da quelle in distacco provenienti da altri Istituti si potrebbe correre il rischio di ottenere paradossalmente per l’ACS un esubero pari a + 1 unità e quindi da questa errata considerazione un diverso approccio per la seconda mobilità per la quale, secondo il ragionamento appena fatto, le unità eventuali che volessero trasferirsi presso l’ACS potrebbero avere un ostacolo per un organico comprensivo di unità in distacco che lo fanno divenire saturo ed in esubero per 1 unità, ma che nella realtà invece si trova in carenza di ben 2 unità.
Se questa importante distinzione tra le unità assegnate in un dato Istituto rispetto alle unità in distacco eventualmente presenti nello stesso Istituto, non venisse considerata ed indicata nei numeri, potrebbe dare luogo non solo ad una errata valutazione delle dotazioni organiche di tutti quegli Istituti in presenza di unità distaccate ma anche in quelle riferite alle sedi di reale appartenenza dalle quali provengono le stesse unità in distacco.
Insomma, quello che si intende evidenziare e mettere in condizioni l’Amministrazione di dedicarsi con attenzione e seria considerazione con giusta riflessione che una superficiale analisi delle unità in organico nelle varie sedi potrebbe non rispettare i criteri dell’ultimo accordo sulla mobilità volontaria sottoscritto con le OO.SS. non tanto per quanto espresso nel comma 3 dell’art. 1 ma quanto invece rispetto al comma 1 dell’art. 2 che si riferisce alle percentuali del 70% per la copertura organica o del 50% per un organico inferiore alle 4 unità, per le graduatorie in uscita dai singoli Istituti.
Tutto ciò, riferendosi ad una non corretta indicazione delle unità in organico opportunamente distinte e specificate in assegnazione o in distacco, potrebbe, a seconda dei casi, permettere quindi un impedimento ostativo al diritto di trasferirsi, o al contrario un trasferimento che verrebbe concesso non rispettando i criteri dell’accordo sottoscritto il 13 settembre 2016.
Con l’occasione si approfitta anche di sottolineare e ricordare che nella passata mobilità urbana ed extraurbana anche altre errate valutazioni procedurali e concettualmente simili a questa appena descritta hanno determinato e condizionato in un senso o nell’altro il poter transitare nelle sedi richieste per una graduatoria fornita attraverso il non rispetto dei criteri.
Questo avrebbe potuto realizzare un contenzioso da parte di alcuni dipendenti nei confronti dell’amministrazione per non aver controllato e verificato, ad esempio, i punteggi esatti di alcuni partecipanti alla mobilità.
Questi punteggi, in alcuni casi, sono risultati inferiori rispetto a quelli reali in quanto l’anzianità di permanenza nella sede reale di appartenenza è stata confusa con quella in distacco, determinando ovviamente un calcolo non esatto.
Purtroppo i tempi per eventuali ricorsi da parte di coloro che avessero subito questa errata valutazione della sede di appartenenza, forse, si sono prescritti e quindi non consentirebbero più alcun reclamo per un inesatto inserimento nella graduatoria a causa della sbagliata sede e della relativa appartenenza temporale.
Tali meccanismi di valutazione hanno determinato falsamente la redazione delle graduatorie della mobilità, verso le quali comunque più di una segnalazione di errore è stata effettuata.
Inoltre si è avuto modo in alcune situazioni di riscontrare che non era stato affrontato nelle sue peculiarità il tema della mobilità circa l’argomento del differimento della presa di servizio per i custodi casieri da una sede all’altra ritenuto almeno pari ai sei mesi, così come stabilito nel Disciplinare nazionale del servizio di custodia e casierato.
Come anche, sempre riferendoci ai custodi casieri che avessero chiesto la mobilità, non sia stata affrontata la problematica riferita alla possibilità nei loro confronti che avrebbero dovuto necessariamente lasciare un alloggio di servizio, di ottenere in cambio di poter partecipare ad un eventuale bando se disponibile nell’Istituto o nella regione richiesta.
Alla luce di quanto sopra riportato non si può e non si deve permettere che avvengano analoghi errori nella seconda fase procedurale della seconda mobilità.
Il Coordinamento Regionale Lazio
Confsal UNSA Beni culturali
Vincenzo D’Indinosante